Digitalizzazione nelle PMI: utopia o realtà?

28 Lug 2022

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Trend Tecnologici

Nonostante le Piccole e Medie Imprese in Italia rappresentino solamente il 5% del tessuto imprenditoriale, sono responsabili del 41% dell’intero fatturato generato in Italia, e assorbono oltre il 30% della forza lavoro.
Sì, avete letto bene, le PMI in Italia sono poco più di 200mila, ma creano da sole quasi la metà dell’intero fatturato nazionale.

Tuttavia, solo il 35% delle PMI considera il Digitale uno strumento imprescindibile per costruire il futuro della propria azienda, mentre il 16% lo considera addirittura un costo.
Sono questi i dati che emergono dalle ricerche dell’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI del Politecnico di Milano.
Dati su cui dovremmo riflettere, dal momento che le PMI sono palesemente la nostra miglior carta da giocare per poter dare uno slancio allo sviluppo economico (e territoriale) del Paese.

Un approccio più fiducioso verso la trasformazione ed innovazione digitale potrebbe contribuire in maniera decisiva alla crescita delle PMI, da un lato aumentandone ulteriormente la produttività, dall’altro permettendo loro di crescere dimensionalmente, andando così a nutrire il comparto grandi imprese, in Italia ancora troppo modesto.

La digitalizzazione nelle PMI italiane: a che punto siamo?

Sebbene l’apertura al cambiamento e le competenze digitali vadano considerate come punti di partenza sulle quali basare il processo di evoluzione digitale, lo scenario al quale stiamo assistendo mostra purtroppo alcune criticità.

  • Il livello di digitalizzazione delle PMI Italiane è al di sotto della media europea (indice DESI).
  • Vi sono numerosi ritardi in termini di integrazione delle tecnologie digitali, presenza sul web e utilizzo di infrastrutture tecnologicamente avanzate.
  • La pandemia Covid-19 non ha di certo facilitato la situazione. Le PMI si sono reinventate per poter garantire una continuità di business, accelerando alcuni aspetti della trasformazione digitale, ma l’hanno fatto “per necessità”, usando un approccio di tipo reattivo: l’obiettivo per il futuro sarà quello di trasformare tale approccio in una metodologia di lungo periodo, estendendo l’innovazione ai diversi processi aziendali.

A differenza di quanto si possa pensare, tuttavia, le Piccole Medie Imprese sono consce degli effettivi vantaggi che una strategia digitale può apportare all’azienda, quella che manca è la volontà di iniziare un processo di innovazione.
I motivi principali? La propensione a perseguire progetti di breve respiro non finalizzati alla riorganizzazione degli interi processi aziendali, costi delle infrastrutture troppo elevati, mancanza di competenza e cultura digitale e, infine, scarsa conoscenza degli incentivi offerti dalle diverse istituzioni per le PMI.

Le PMI italiane: una visione d’insieme

Il modello proposto dall’Osservatorio ha evidenziato i differenti livelli di maturità digitale delle PMI Italiane, distinguibili in 4 diversi profili.

  • Avanzato: il 9% delle PMI appartiene a questa categoria. Sono imprese che mostrano un buon orientamento al digitale, che stanno cercando di sviluppare il proprio business coerentemente alla digital transformation così da rimanere competitive nel mercato.
  • Convinto: rappresentato dal 41%. Le aziende appartenenti a questo profilo sfruttano le nuove tecnologie – come il Cloud Computing, l’Industrial IoT, l’eCommerce e i Big Data – per migliorare alcune delle funzioni interne, quali la produzione, la logistica, la contabilità e così via.
  • Timido: composto dal 42% delle PMI italiane. Possono essere inserite all’interno di questa categoria le aziende a cui manca una visione di lungo termine, sono ancora restie nell’accogliere la transizione digitale all’interno dei loro processi.
  • Analogico: l’8% delle aziende compone questo profilo. Seppur siano a conoscenza del ruolo chiave del digitale nel mercato, non hanno iniziato alcun processo volto alla digital transformation.

Il quadro presentato offre una visione spaccata a metà. Il 50% delle PMI Italiane mostra un buon orientamento al digitale e ha tutte le carte in regola necessarie a migliorare la propria competitività su un mercato sempre più governato dalle logiche digitali – mentre l’altro 50% non è ancora del tutto pronto a orientare il proprio business verso la transizione digitale.

Fonte: Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI

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