Normativa NIS2: cos’è e cosa comporta per le aziende
9 Ottobre 2024
Nell’ultima stagione della popolare serie “Person of Interest”, il protagonista principale della storia, un super computer chiamato “la macchina” mette in scena diversi possibili scenari e risultati per una situazione dai contorni spinosi che sta succedendo. Utilizza algoritmi complessi ma fallisce miseramente perché non riesce a ottenere un solo outcome ragionevole. Alla fine risulta necessario l’intervento umano per prendere una decisione.
L’industria 4.0 non è più una speculazione ma una realtà. Con il rapido sviluppo tecnologico, molti lavori vengono automatizzati. Numerosi studi prevedono che entro il 2024 il 69% del lavoro d’ufficio sarà sostituito dall’intelligenza artificiale e da simili tecnologie innovative. Almeno 375 milioni di persone a livello globale perderanno la loro abituale mansione e dovranno cambiare la propria occupazione e/o acquisire nuove competenze.
La forza lavoro umana sta rapidamente venendo sostituita dalle macchine. In India, una nota azienda produttrice di automobili ha soppiantato con una macchina il lavoro di 4 operatori. Finora hanno installato 5000 macchine, sostituendo così oltre 20.000 lavoratori.
Un’automazione del lavoro così indiscriminata suona come una triste notizia per molte persone. Ma esiste un risvolto positivo. I lavori che sono di natura creativa e cognitiva non potranno probabilmente mai essere sostituiti dall’automazione in futuro. Se infatti l’automazione può aiutare a prendere decisioni, non può svolgere attività che richiedono pensiero critico, processo decisionale intuitivo o innovazione e creatività. E’ facile rendersi conto quindi che verranno sostituite solo alcune caratteristiche relative ai lavori manuali. Ad esempio, mentre molti negozi vengono sostituiti da servizi di consegna online, sarà comunque sempre necessario che il personale addetto alla consegna si assicuri che i prodotti raggiungano il posto giusto.
Le macchine, a differenza degli umani, non possono pianificare o apportare un tocco “emotivo” alla routine quotidiana. Una macchina può fornire informazioni e istruzioni, ma abbiamo ancora bisogno degli insegnanti per elaborare le informazioni e presentarle nel modo più adatto a suscitare interesse, per una migliore comprensione. Le macchine possono diagnosticare malattie, tuttavia è necessario un medico per spiegare il trattamento più indicato e fornire prescrizioni. In altre parole, le macchine possono fornire dati, ma è necessario un essere umano per fare in modo che quei dati possano essere tradotti in azioni.
Emozione ed empatia svolgono un ruolo importante quando si tratta di interagire con altre persone. I lavori che richiedono l’interazione umana, come l’assistenza infermieristica, il counseling, ma anche tutti i lavori che provvedono a soddisfare bisogni, in ambito educativo, catering, di intrattenimento, non possono essere automatizzati. Secondo uno studio, meno del 30% dei posti di lavoro nel settore infermieristico può essere automatizzato ed è improbabile che questo numero cambi in futuro. Allo stesso modo, a un counselor sono richieste empatia ed interazione emotiva per interagire con i propri clienti, un’impresa del tutto improbabile da realizzare con una macchina. Un altro esempio sono i call center: è più facile interagire con un essere umano piuttosto che con un bot in una chat.
Che dire del settore IT? Circa 4,1 milioni di persone sono impiegare in questo settore e l’attenzione è rivolta ora alle nuove competenze tecnologiche. Vi è una maggiore necessità di lavori di livello medio-alto, perché la maggior parte dei lavori di livello junior sono automatizzati. “Skillare” e riqualificare le proprie risorse è la soluzione verso cui andare.
Il pensiero creativo, la pianificazione e l’analisi, il pensiero critico e la comunicazione efficace sono sempre più importanti nel mercato del lavoro odierno. I sondaggi indicano che il 93% dei datori di lavoro preferisce assumere dipendenti con buone capacità comunicative, adattabili e in grado di riflettere criticamente, piuttosto che basarsi sulle esperienze accademiche che questi hanno conseguito. Le aziende si rendono conto che possono investire in macchine e tecnologie intelligenti, ma è impossibile emulare competenze trasversali.
Impedire l’automazione del lavoro è impossibile, è un fenomeno già in atto e inarrestabile. Tuttavia, è possibile prepararsi a questo cambiamento, investendo nell’acquisizione o nel rafforzamento di abilità che sono – per ora – molto lontane dalla portata dei robot. Con la corretta formazione e soluzioni L&D, questo cambiamento potrebbe addirittura trasformarsi in un vantaggio per la forza lavoro umana.
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